Contributo allo studio dei trust “interni” con finalità parasuccessorie
Nuovi contesti sociali e nuovi e diversi bisogni da soddisfare impongono al giurista la ricerca di strumenti negoziali capaci di essere modellati dall’autonomia privata per l’attuazione di interessi meritevoli di tutela.
Il trust, nelle sue diverse configurazioni, grazie al suo naturale polimorfismo, è lo strumento giuridico per eccellenza, capace di dare concreta attuazione alle esigenze di tutela manifestate dai consociati nelle loro manifestazioni, che il diritto positivo non è in grado di realizzare.
Si pensi alla nuova legge 20 maggio 2016 n. 76 che ha riformato il diritto di famiglia introducendo le unioni civili per le coppie dello stesso sesso e la possibilità per le coppie conviventi di regolare gli effetti patrimoniali della loro convivenza. Ebbene, il trust può fare meglio, riuscendo a tradurre in regola i desiderata degli individui, pur nel rispetto dei principi inderogabili dell’ordinamento e in piena trasparenza.
Si tratta, dunque, di un istituto in grado di forgiare il diritto per la soluzione di casi concreti, ovvero, capace di esaltare la particolare e peculiare relazione tra fatti e diritto, in cui gli stessi fatti, per dirla con le parole di P. Grossi, “hanno la vigorìa di condizionare il diritto e di plasmarlo”. G. Giappichelli Editore – Torino