Con il Consiglio dei ministri lampo di questa mattina, durato appena quindici minuti, sono stati approvati due decreti legge molto attesi: uno per la proroga della voluntary disclosure e il blocco all’aumento delle accise sui carburanti, l’altro sulla finanza locale. Dopo le ultime settimane di incertezza, anche a seguito del Cdm di venerdì scorso che si era limitato a prendere atto dei correttivi apportati dal Colle, si chiude definitivamente oggi il capitolo sulla finestra temporale per l’adesione al programma di rientro dei capitali (legge 186/14).
La soluzione, a questo punto, dovrebbe coincidere con la prospettiva di un unico articolo contenuto nel Dl che prevederà l’allungamento al 30 novembre del termine per la prima istanza di voluntary e al 31 dicembre quello per l’integrativa e per la relazione. L‘aumento della benzina era invece previsto dalla clausola di salvaguardia per il mancato incasso dei 728 milioni dell’estensione del reverse charge alla grande distribuzione. Il Governo sembra ora contare sull’utilizzo del gettito della disclosure, accertato dall’Agenzia delle Entrate, per evitare l’incremento delle accise.
In riferimento al pacchetto di norme sulla finanza locale, all’esame del Consiglio dei ministri di questa mattina, dovrebbe riguardare in particolare il cosiddetto sblocca-pagamenti nelle Regioni e la questione delle delibere comunali sui tributi approvate dopo il 30 luglio, termine per la chiusura dei preventivi, ad eccezione della Sicilia dove scade domani.
Il problema, nel caso dello sblocca-pagamenti, è dato dall’utilizzo che molte Regioni hanno fatto dei 23,7 miliardi concessi dal Governo per onorare le fatture arretrate dei fornitori. Il testo preliminare di questi giorni in pratica riscrive la contabilizzazione degli anticipi. La bozza del correttivo si basa su un sistema che chiede alle Regioni di iscrivere in un fondo, vincolato fra le entrate per accensione di prestiti, i soldi prestati dallo Stato, prevedendo la reiscrizione, sia in entrata che in spesa, in ognuno dei 30 anni del rimborso della somma non resa, precisando come spesa effettiva la sola quota da restituire nell’anno.
Lo scopo: evitare un disavanzo ulteriore a livello di consolidato della Pubblica Amministrazione. In questo modo, però, il problema dei buchi già aperti nei conti regionali non si cancella. Rimanendo sul piano delle manovre sblocca-pagamenti, è poi stato pubblicato ieri il decreto che fa partire la distribuzione degli 850 milioni previsti dal Dl 78/2015 per i debiti scaduti alla fine del 2014.
Nel caso dei Comuni, infine, il Cdm di stamane sembra voler far decollare la sanatoria delle delibere sui tributi locali approvate dopo il 30 luglio. Sembrano possano valere tutte le decisioni fiscali adottate fino ad oggi, anche se in questo modo i conti sui rimborsi da assicurare ai Comuni a partire dall’anno prossimo potrebbero subire non poche complicazioni.
Fonte: Leggioggi.it